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Vendere la fortuna: Wanna Marchi e Stefania Nobile
10 Novembre 2022|Marketing BasicMarketing TrendNon solo Marketing

Vendere la fortuna: Wanna Marchi e Stefania Nobile

Vendere la fortuna: Wanna Marchi e Stefania Nobile

Questa settimana l’articolo del blog di pLAYmARKETING è dedicato a due personaggi tristemente noti nel nostro paese. Il loro nome è tornato sulla bocca di tutti grazie a Wanna, miniserie prodotta e trasmessa da Netflix. Un documentario di 4 puntate davvero avvincente e ben realizzato nel quale Wanna Marchi e Stefania Nobile, sua figlia e socia in affari, si raccontano – o meglio, raccontano la loro verità. Verità che spesso stride con quella processuale.

Vendere la fortuna: Wanna Marchi e Stefania Nobile

La storia di Wanna Marchi è il preludio dell’era dei “venditori di fuffa”, di chi crede di poter vendere qualsiasi cosa perché “tutto è possibile, basta crederci”.

Di quelli che ostentano la loro ricchezza e non si fermano mai, che si pongono come modelli da seguire. Di coloro che si sono fatti dal niente, proprio come Marchi, e ti dicono che anche tu puoi riuscirci. Una narrazione tossica che, purtroppo, ancora oggi fa tanti proseliti.

Lo stile comunicativo di Wanna Marchi

Tutti abbiamo visto o sentito nominare Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile, rispettivamente madre e figlia. Le due donne sono state protagoniste delle più popolari televendite della tv, ma anche di vicende legali e mediatiche senza precedenti.

Marchi prima, Nobile poi, diventano stelle del piccolo schermo a partire dagli anni ’80 con le loro televendite su prodotti di bellezza, gli “scioglipancia” e altri prodotti dimagranti che promettevano miracoli. Wanna aveva – e ha tuttora – uno stile comunicativo inconfondibile. La voce alta e gracchiante, l’atteggiamento che è un misto tra l’aggressivo e il motivazionale, il dito puntato contro le casalinghe pigre che non si prendono cura del proprio corpo.
E quel ritornello che entra in testa, e non esce più, alla fine di ogni frase: “D’accordo?”.

Le vicende giudiziarie di Wanna Marchi e Stefania Nobile

Era il 1990 quando Wanna venne arrestata per bancarotta fraudolenta. La condanna, però, sembrò non scalfire Wanna che, insieme alla figlia Stefania e all’appoggio del marchese Attilio Capra de Carrè – uno dei tanti personaggi bizzarri che si alterneranno in questa vicenda – tornò presto in tv a vendere i suoi prodotti di cosmesi.

Da personaggio televisivo a venditrice onnipotente

Le vita di Wanna Marchi e Stefania Nobile cambiarono quando entrambe conobbero il brasiliano Mário Pacheco Do Nascimento, il “Mago” e “Maestro di vita”. Con lui, nel 1996, Marchi e Nobile fondarono la società Ascié s.r.l e iniziarono a macinare milioni di lire.
I tre sostenevano di poter vendere la fortuna. Comunicavano agli sfortunati telespettatori numeri da giocare al lotto, vendevano talismani per scacciare il malocchio e kit contro le influenze maligne, leggevano le carte. Distruggevano speranze, mortificavano, spaventavano, ingannavano persone disperate, aggrappate a qualsiasi cosa pur di lenire ansie e preoccupazioni.

La tecnica di vendita di Marchi, Nobile e do Nascimento faceva leva sulla disperazione dei telespettatori, si nutriva delle loro debolezze, della bassa autostima, delle paure. Insomma, scavando nei sentimenti più ancestrali delle persone erano in grado di guadagnare milioni.
Ecco come da “personaggio televisivo” chiassoso, sopra le righe, irriverente e che sembrava creato ad arte, Wanna Marchi si trasformò in una venditrice in preda ad un chiaro delirio di onnipotenza. Lei crede davvero di poter fare quello che vuole ed è convinta di aver ragione, di non illudere nessuno e di non truffare.
La condanna di Wanna Marchi e Stefania Nobile
Siamo nel 2001 quando, dopo diverse segnalazioni, 2001 il programma di Canale 5 Striscia la Notizia denunciò le attività del trio. Anche un altro programma, Mi Manda Raitre, testimoniò la loro condotta sconvolgente. Scoppiò un vero e proprio scandalo che indignò l’opinione pubblica.
Per Marchi, la figlia, il mago e altre 5 persone a loro affiliate scattarono le manette nel 2002: tutti vennero accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’estorsione.

Da questo processo emerse il modus operandi del trio: la colpevolizzazione delle vittime e la loro umiliazione. Questo aspetto fa riflettere sugli imbonitori: essi sono talmente assuefatti dal loro credo che pensano di essere nel giusto. Nel caso specifico, Wanna Marchi e Stefania Nobile affrontarono tutti e 3 i gradi di giudizio perché ritenevano di essere innocenti.

La Corte di Cassazione condannò nel 2009 Marchi e Nobile rispettivamente a 9 anni e 6 mesi e 9 anni e 4 mesi di reclusione. Estinto il proprio debito con la giustizia, da allora mamma e figlia sono tornate qualche volta in tv. Addirittura, a Stefania Nobile venne offerto di tenere un corso di formazione sulla vendita in un istituto pugliese, ma le feroci polemiche fecero decadere la proposta.

Nella miniserie Wanna, Marchi e Nobile si raccontano senza filtri: sono due donne che hanno fatto i soldi e ne vanno fiere, non importa in che modo. Le due non riescono ad ammettere la gravità delle loro azioni e sostengono di non essere state nient’altro che delle abili venditrici.

Wanna Marchi, sua figlia Stefania Nobile e tutti gli altri protagonisti di questa triste vicenda sono l’esempio da non seguire quando si parla di vendita. Impara a riconoscere e a guardarti bene da chi vende fuffa, si vanta di ciò che materialmente possiede, ti promette guadagni facili e veloci in poco tempo.

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