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Hashtag TikTok
18 Agosto 2022|Marketing BasicMarketing Trend

Hashtag TikTok

Hashtag TikTok

Vi siete mai chiesti se esiste una strategia per scegliere i migliori hashtag su Tik Tok? Nel nostro articolo del blog di Playmarketing proviamo a darvi qualche consiglio utile.

Hashtag di tendenza su TikTok

È importante saper scegliere i giusti hashtag su TikTok per due semplici motivi:

  • ti permette di scoprire contenuti popolari
  • massimizza la portata dei propri video

Sapere come trovare gli hashtag di tendenza su TikTok può essere fondamentale per il successo di un utente sull’app. È quindi utile per trovare i contenuti più recenti e rilevanti, ti permette di rimanere aggiornato sulle tendenze e fa sentire gli utenti parte della stessa comunità.

Gli hashtag aiutano gli utenti a partecipare alle sfide create dai brand per generare nuovi contatti e diffondere consapevolezza. Gli hashtag possono anche aiutare gli utenti a creare comunità intorno ai loro interessi, in modo da trovare altri utenti con le stesse preferenze e necessità. Se usati correttamente, gli hashtag di tendenza su TikTok sono un modo eccellente per esplorare nuove idee e rimanere in contatto con altri utenti.

Come trovare gli hashtag migliori?

Il processo è semplice, basta semplicemente accedere alla pagina Discover presente nell’app e cercare contenuti che includono video di tendenza, hashtag, suoni, creatori e altro ancora. Gli utenti possono anche utilizzare il pulsante di ricerca dell’app. Può attuare la ricerca sia per un hashtag legato ad un argomento specifico, sia anche attraverso il nome di un creatore di contenuti. Mentre i risultati rilevanti saranno visualizzati nella scheda Top, gli utenti possono anche cliccare sulla scheda Hashtags per scoprire i contenuti correlati. Da qui, tutti potranno vedere i video che hanno dato il via a un particolare trend, seguiti da altri video popolari pertinenti a un hashtag di tendenza.

Aggiungendo il giusto hashtag di tendenza su TikTok, l’utente può aumentare le possibilità di essere scoperto sull’app. Utilizzando un hashtag di tendenza, infatti, l’utente apre la possibilità che il suo TikTok venga mostrato non solo ai suoi follower, ma a tutti coloro che cercano l’hashtag.

Se vuoi ricevere altre informazioni su questo social media, contattaci! Il nostro staff è a tua completa disposizione.

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Social network emergenti
11 Agosto 2022|Marketing BasicMarketing Trend

Social network emergenti

Social network emergenti

Oggi sul nostro blog di Playmarketing, vogliamo vedere con voi quali sono i social più di tendenza e su quali un’azienda deve puntare per il suo business. Per farlo ci facciamo aiutare da un interessante approfondimento di PostPickr

Social network emergenti

Non è un segreto che social come Facebook, Instagram e YouTube durante la pandemia siano cresciuti, soprattutto se si stima il tempo medio di permanenza online. Non per questo però dobbiamo dimenticarci di curiosare in giro e scoprire che, anche social relativamente più giovani, stanno già mettendo le basi per il futuro. Ecco qui sotto l’elenco completo:

TikTok

Nata in Cina con il nome musical.ly, poi a seguito di acquisizioni e fusioni, diventa nel 2018 Tik Tok. Il social network permette di creare brevissimi video con l’inserimento di effetti grafici.
È molto usato dai più giovani e l’idea di poter personalizzare un proprio video è molto interessante. Anche le aziende hanno iniziato a fare i primi passi in questa nuova realtà.

Reddit

Sito nato per la condivisione di contenuti testuali o ipertestuali creati direttamente dagli utenti. Una sorta di grande forum diviso per argomenti (detti Subreddit). Ogni utente può interagire con i contenuti e votare. Chi riceve i migliori voti, diventa popolare aumentando il proprio Karma (engagement).

Twitch

Piattaforma di Live Streaming è diventata famosa grazie ai gamer che trasmetto online le proprie sfide e tornei. Il social network è di proprietà di Amazon. Questo consente di divulgare contenuti in diretta e on demand, con molti vantaggi grazie agli annunci pubblicitari.

Patreon

Social network interessante per i content creator di nicchia. Grazie alla piattaforma l’utente può condividere contenuti e ottenere compensi grazie alle loro opere e al supporto dei follower. Come? Semplice, mediante donazioni.

Clubhouse

Qui il modo di interagire degli utenti è solo con messaggi vocali all’interno di spazi virtuali. Ogni chat room è specializzata su un argomento specifico. Gli utenti possono creare nuove stanze, questo risulta molto interessante per le aziende.

Tu hai già fatto un’analisi del tuo business e quali vantaggi potrebbe avere dall’uso di uno di questi nuovi social. Se vuoi confrontarti con noi, ricordati che puoi contattarci senza impegno.

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Imprenditori digitali: blogger e influencer
4 Agosto 2022|Marketing BasicMarketing Trend

Imprenditori digitali: blogger e influencer

Imprenditori digitali: blogger e influencer

Iniziato il mese delle ferie, ma noi non vi abbandoniamo mai. Oggi, sul blog di Playmarketing, vogliamo raccontarvi la storia imprenditoriale digitale di una delle influencer più famose al mondo. Continua la lettura con noi qui sotto!

Imprenditori digitali: blogger e influencer

Chiara Ferragni può piacere oppure no, ma è stata in assoluto la prima italiana a sfondare nel mondo dell’imprenditoria digitale. La sua vita pubblica ha portato vantaggi economici a lei, in primis, e poi a tutti i suoi sponsor e stakeholders.

L’inizio della carriera da blogger

Ancora studentessa, Chiara Ferragni insieme, con l’allora compagno, Riccardo Pozzoli lanciano il blog “The Blonde Salad”. Ventiduenne, inizia a raccontare di sé e della sua vita online ad una cerchia inizialmente ristretta di follower e poi man mano sempre più grande.
Da semplici racconti della quotidianità, Chiara inizia a dare consigli di stile e di moda sui migliori outfit di tendenza. Dopo solo un anno dalla nascita del suo blog viene invitata come ospite agli MTW Trl Awards dove presenta la sua prima linea di scarpe.
Negli anni si sono susseguiti importanti successi, come la segnalazione su Vogue come la “blogger of the moment”, il libro “The Blonde Salad, consigli di stile della fashion blogger più seguita dal web”, il successivo fidanzamento con Fedez, il matrimonio e i figli e chissà ancora cosa ci riserverà il futuro.

La popolarità e il business milionario

Da quello che inizialmente era una scommessa o il sogno di una ragazzina, ora l’azienda fattura all’incirca 40 milioni di euro l’anno, cifra raggiunta in soli 4 anni. I canali social sono ovviamente la fonte primaria del guadagno con 26 milioni di follower su Instagram e 5 milioni di fan su TikTok.
Compare sulla rivista americana New York come “One of the biggest breakout street-style stars of the year”. Poi il Financial Times la inserisce tra i protagonisti femminili del lusso digitale, oltre alla presenza nella classifica under 30 di Forbes. Realizza con Evian la prima bottiglia d’acqua per il mercato luxury, viene prodotto un documentario sulla sua vita “Unposted” stimato per un valore di 10 milioni, poi arriva la serie Amazon Prime distribuita in 240 paesi.

Strategie di marketing

Tutto questo successo e fama ha trasformato radicalmente l’interpretazione di eventi privati e vita quotidiana come veri e propri strumenti di business digitali. Si conta che un post di Chiara Ferragni costi fra i 60 e 85 mila dollari.
Anche il solo matrimonio con sponsor ufficiali, tra cui BMW, Alitalia, Versace, Dior, Trudi e Diesel, sia stato un affare social con un Media Impact Value da 36 milioni di dollari.

Numeri da capogiro, non trovi? E tu hai in mente un’idea da lanciare online, noi ti possiamo aiutare per renderla sicuramente di successo. Contattaci per saperne di più.

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Covid e comunicazione
28 Luglio 2022|Marketing BasicMarketing Trend

Covid e comunicazione

Covid e comunicazione

L’appuntamento di oggi con le news del blog di Playmarketing affronta un argomento di grande importanza: il Covid-19 ha cambiato la comunicazione? E’ una domanda su cui si discuterà a lungo. Ma già ora è possibile affermare senza tema di smentita che la pandemia ha cambiato le nostre abitudini stravolgendo la routine quotidiana, costringendoci a chiuderci a casa per un periodo che ci è sembrato infinito, azzerando i rapporti affettivi e le nostre relazioni sociali. L’impatto del lockdown e delle regole per contenere i contagi è stato forte a ogni livello. Impensabile che la comunicazione non ne fosse in qualche modo coinvolta.
Come è cambiata la comunicazione dei brand? Come sono cambiati i comportamenti online? Facciamo il punto seguendo le tracce di un articolo letto su d-com.it.

Covid e comunicazione: cosa è cambiato?

La pandemia da Coronavirus dal 2020 segna le nostre vite contribuendo ad alterare gli equilibri della società a livello mondiale. Una delle conseguenze più immediate è l’aumento dell’utilizzo di device elettronici. Inevitabilmente anche la comunicazione, in modo più pronunciato quella digitale, è cambiata per la semplice ragione che non ha potuto non considerare le esigenze degli utenti.

Da un giorno all’altro smartphone, PC e tablet sono diventati il solo modo per restare in contatto con gli altri ed essere informati sulle cose del mondo. Di conseguenza è aumentato il tempo di permanenza online e l’uso delle piattaforme. Queste ultime sono state scelte in funzione d’età degli utenti: mentre la Gen X e i boomer hanno preferito media tradizionali come la TV, i millennials e la Gen Z hanno privilegiato i video online e i servizi in streaming,

Comportamenti di consumo

I comportamenti degli utenti sono stati oggetto di studi accurati. In particolare, una ricerca condotta da We are social, Hootsuite e Kepios ha analizzato a fondo i comportamenti di consumo degli utenti durante i mesi della pandemia. Le principali evidenze emerse sono così sintetizzabili:

• nei paesi in cui sono stati imposti lockdown, l’attività digitale è cresciuta in modo significativo,
• è cresciuto l’uso dei social e delle videochiamate,
• lo shopping online, particolarmente per ciò che riguarda i prodotti alimentari, ha registrato una crescita senza precedenti,
• è aumentato il tempo dedicato ai videogames e ai giochi online di sport,
• sono state create nuove opportunità per chi investe nel digitale.

In Italia l’utilizzo di Facebook è cresciuto del 70%; le piattaforme per effettuare videochiamate multiple hanno avuto incrementi del 1000 %. La domanda che ci si pone è la seguente: come varieranno i consumi digitali (utilizzo dei social e dei servizi online) ora che il virus sembra meno aggressivo? Molte persone hanno dichiarato che non cambieranno le nuove abitudini acquisite nel corso della pandemia, mentre altri hanno confermato che torneranno a dedicare ai social e ai giochi lo stesso tempo pre-pandemia.

I brand come hanno reagito?

Inutile dire che sia i brand che le aziende hanno dovuto adattarsi il più rapidamente possibile all’emergenza globale stravolgendo di fatto le loro strategie di comunicazione. Nonostante il lockdown, le aziende hanno mantenuto le loro posizioni sui social – condizione sine-qua-non per continuare ad esistere – e in un momento drammatico hanno offerto supporti, informazioni e sostegni alle loro community.

Analizzando i comportamenti dei brand è possibile giungere ad una sintesi riguardo le strategie più utilizzate nel corso della pandemia di Coronavirus. Sono sostanzialmente 5.

1. Tono di voce. Le marche hanno scelto un tono di voce coerente con la drammaticità del momento. La serietà ha sostituito l’ironia e l’umorismo è stato momentaneamente abbandonato. Senza scadere nel dramma tragicità, sui social e sui siti web è stato adottato uno stile di comunicazione consono alla difficoltà dei tempi.

2. Social educativi. L’emergenza sanitaria ha fatto sì che i social divenissero fonti informative/educative relativamente a tematiche complesse o poco conosciute. Sono molti i brand che hanno promosso contenuti e informazioni utili alla collettività.

3. Real Time Marketing. Durante la pandemia la creazione di contenuti allineati ai trend del momento ha subito una battuta d’arresto. La ragione è facilmente intuibile: il Covid in quanto evento di straordinaria rilevanza storica è diventato l’unico argomento di discussione. Sono molti i brand che hanno saputo utilizzare il tema del virus mettendolo al centro del loro real time marketing impiegando un tono di voce delicato e rispettoso.

4. Più creatività. Poiché il tempo trascorso online durante la pandemia è aumentato, i brand si sono impegnati parecchio nello sforzo di produrre contenuti nuovi e diversificare la comunicazione. Un esempio fra tanti è la creatività di si occupa di turismo: come è stato possibile mettere online un piano editoriale efficace e convincente se… nessuno poteva muoversi da casa? Un’idea creativa che ha avuto successo: invitare i follower a compiere viaggi virtuali. Si resta chiusi in casa ma si scoprono posti nuovi.

5. Lotta alle fake news. Comunicare notizie vere da fonti affidabili è stata la priorità di molti brand. Molte aziende hanno anche raccontato come stavano affrontando la pandemia, raccontando dell’impegno dei dipendenti.

Cosa ne pensi di questo tema?
Per qualsiasi domanda e per farci sapere la tua, contatta il team di Playmarketing!

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Web3 e criptovalute
14 Luglio 2022|Marketing BasicMarketing Trend

Web3 e criptovalute

Web3 e criptovalute

Bentornati sul blog di Playmarketing!
Anche questo appuntamento è dedicato alle criptovalute e al bitcoin. Ragioneremo insieme su come le valute digitali potranno essere protagoniste nella prossima stagione di internet, il così detto Web3. Aiutati da un’interessante intervista pubblicata su euthinktank.com, approfondiamo la storia delle criptovalute e di come ha avuto origine questa rivoluzione digitale.

Web3 e criptovalute: il futuro di internet e delle valute digitali

Web3 e criptovalute sono gli argomenti di tendenza degli ultimi mesi, tanto che negli USA , durante il SuperBowl, sono state protagoniste di spot pubblicitari. Anche Elon Musk ne parla continuamente nei suoi tweet e lo Staples Center di Los Angeles, uno dei complessi polifunzionali più popolari del mondo per eventi sportivi e musicali, è stato ribattezzato Crypto.com Arena.

Basate su blockchain, le valute digitali sono sulla bocca di tutti ed è giunto il momento di chiedersi se davvero questo fenomeno rappresenta il futuro. La cosa di cui vi è contezza è che le criptovalute appaiono come l’aurora del Web3, la nuova fase di internet il cui ecosistema sarà basato su blockchain, portafogli crittografici, NFT e DAO (Decentralized autonomous organization, ovvero : “Organizzazione autonoma decentralizzata”).

L’articolo del quale facciamo riferimento riguarda un’intervista a Jeff John Roberts, giornalista esperto in tecnologia e autore del libro Kings of Crypto: One Startup’s Quest to Take Cryptocurrency out of Silicon Valley and onto Wall Street. Di questa intervista proponiamo alcuni passaggi che riguardano in particolare il mondo delle criptovalute.

D: Bitcoin e criptovalute. Qual è la differenza e in cosa consistono precisamente le criptovalute?

R: Con il termine “criptovaluta” si intende un software che esegue blockchain, cioè elementi in grado di registrare tutte le transazioni che si verificano. (“Cripto”, parola greca che significa coperto, nascosto. NdR). Ogni “oggetto” cripto è per definizione distribuibile, immutabile, non manomettibile. Perché è prodotto eseguendo lo stesso programma su più computer, verificandone l’accuratezza nel corso dello svolgimento. Grazie a ciò, sono state create moltissime criptovalute, migliaia. La maggior parte di esse non avrà futuro: priva di solide basi tecnologiche non potrà migliorare. Bitcoin è la più famosa perché è stata la prima blockchain. È migliore delle altre perché è la più sicura: non è mai stata hackerata. Inoltre fornisce una valuta da poter spendere.

D: Come sono nate le criptovalute?

R: Il tutto è iniziato nel 1980 a San Francisco da parte di un movimento chiamato Cypherpunks composto da programmatori della San Francisco Bay area appassionati di crittografia. La loro idea consisteva nel creare una nuova moneta slegata da banche centrali, governi o altri intermediari. Riguardo al bitcoin, nel 2008 è stato divulgato un nuovo concetto secondo il quale può esistere una moneta privata, decentralizzata e che non richiede l’intermediazione di autorità riconosciute per esistere. L’autore di questa teorizzazione firmò il documento con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.

D: Ad oggi il sistema delle criptovalute ha raggiunto proporzioni enormi: sono in circolazione miliardi di dollari. C’è qualcuno che controlla in qualche modo questo fenomeno?

R: Bella domanda. Anche Bitcoin ha i suoi creatori, i suoi sviluppatori: è un software vero e proprio e, come tutti i software, ha bisogno di aggiornamenti costanti. Queste persone rendono Bitcoin migliore, tuttavia non ne sono i proprietari e non ne hanno il controllo. E’ importante che lo si sappia per combattere la disinformazione sulle criptovalute. Le persone tendono a dire che “è tutto decentralizzato, non ci sono leader, dietro non ci sono banche né autorità”. In realtà, non è vero. Alcune blockchain sono più centralizzate e hanno alcune persone che controllano il flusso di denaro. Bitcoin è il più decentralizzato, ma ha comunque chi ne custodisce i codici.

D: Criptovalute e Web3. Chi ha generato chi?

R: quello che è certo è che le criptovalute sono nate prima. Obiettivo del Web3 è poter spendere le criptovalute. In un futuro neppure troppo lontano si ipotizza che sarà possibile fare acquisti utilizzando bitcoin e stablecoin (entrambe sono valute ancorate al dollaro USA). PayPal e Apple stanno lavorando a tale scopo. Di conseguenza, penso che tra qualche anno le criptovalute funzioneranno come metodo di pagamento riconosciuto e accettato.

D: Quali sono le condizioni che possono accelerare l’avvento del Web3 e delle criptovalute nella nostra vita quotidiana?

R: Diciamo subito che è un problema di dialogo: l’interfaccia macchina-utente richiede grossi miglioramenti: oggi è assolutamente inadeguata. Per capirci, accedere oggi al Web3 è come salire sulla macchina del tempo e provare a navigare su internet senza l’aiuto di un browser.

Per saperne di più sul mondo delle criptovalute continua a seguire il blog di Playmarketing oppure contattaci per avere maggiori informazione o curiosità.

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