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Il caso Federico Pistono
24 Novembre 2022|Marketing BasicMarketing TrendNon solo Marketing

Il caso Federico Pistono

Il caso Federico Pistono

Continuiamo con gli approfondimenti di pLAYmARKETING sui cosiddetti guru del marketing.
Questa settimana analizziamo il profilo di Federico Pistono, classe 1985, che si definisce “angel investor, futurist e psiconauta”, tutte denominazioni rintracciabili sul suo sito web.
Grazie al supporto di un articolo letto sul blog you-ng.it e pubblicato dal giornalista Germano Milite, facciamo un doveroso fact checking su alcune delle informazioni rilasciate da Pistono negli anni. Buona lettura!

Federico Pistono: angel investor, futurist e psiconauta

Come tutti i guru del marketing, anche Federico Pistono vanta un’esperienza invidiabile, una formazione prestigiosa e un CV talmente sorprendente da essere stato messo sotto la lente d’ingrandimento da Marco Camisani Calzolari – docente universitario, autore, divulgatore e consulente per grandi aziende – per alcune incongruenze.

Ciò che leggerai di qui in seguito, in effetti, è il sunto di una carriera straordinaria per un giovane uomo che già prima dei trent’anni aveva raggiunto traguardi considerevoli.
Milite riassume il CV di Pistono in pochi, ma fondamentali punti:

  •  ha fondato 4 start-up tra USA, Sudamerica e Italia;
  • è autore di 3 libri, tra cui un best seller internazionale tradotto in 6 lingue;
  • ha tenuto lezioni universitarie in atenei del calibro di Stanford e Bocconi;
  • ha partecipato a 5 TEDx e altri 60 eventi in giro per il mondo;
  • ha co-condotto un programma tv su Rai2, Codice – la vita è digitale;
  • ha creato il corso per imprenditori “Maveriks”.

Le incongruenze di Federico Pistono

Sempre Milite elenca poi alcune cose che non tornano.

  1. Innanzi tutto, Pistono sostiene di essere stato citato da Larry Page, co-founder di Google, in una sua intervista al Financial Times. Leggendo l’intervista, tuttavia, il giovane imprenditore non viene mai citato.
  2. Per quanto riguarda le 4 start-up fondate, Milite scopre che:
  • per Konoz, fondata nel 2014 e chiusa nel 2016, è difficile rintracciare bilanci e numeri affidabili.
  • Esplori, ugualmente chiusa, non presenta dati, bilanci, fatturati accessibili sul web.
  • Exponential Thinking, ancora attiva con unico membro: Pistono stesso. Tuttavia non è possibile risalire a un sito web o a un portfolio per sapere di più sulla sua effettiva attività.
  • Deep Thought, quarta e ultima start-up ancora attiva e collegata ad un’altra attività con base in Estonia. È proprio lui che per un periodo della sua vita si trasferisce in Estonia per portare avanti il suo progetto imprenditoriale. Grazie ad un veloce controllo sul registro delle imprese estoni si apprende che egli è titolare di altre società che mancano di bilanci e siti web di riferimento.

Oltre a queste appena citate, Milite individua altre stranezze riguardanti i ricavi. Questi, infatti, sembrano provenire da altre aziende di sua proprietà. La redazione di you-ng.it si è premurata di chiedere informazioni e chiarimenti a Federico Pistono che pubblica poi un lungo post in cui non riesce comunque a rispondere in maniera del tutto chiara alle domande poste.

La conseguenza è un forte sentimento di confusione condiviso. Pistono cancella commenti e banna numerosi utenti dalla sua pagina.

Raggiungere l’impossibile

In seguito a questi avvenimenti il guru del marketing decide di pubblicare un lunghissimo post sul suo sito dove racconta perché ha deciso di diventare angel investor e condivide la sua esperienza illuminante nella Silicon Valley. Sempre l’autore del nostro testo di riferimento pone l’attenzione su un passaggio molto interessante: Federico ha solo 11 anni quando cerca di convincere i genitori ad investire in Google. Era il 1997. Google viene fondata ufficialmente il 4 settembre del 1998.

Parallelamente a questo racconto di sé come uno che per farcela ha sperimentato vari fallimenti, Pistono propone anche una narrazione che ormai conosciamo bene: quella del “migliora te stesso, supera i tuoi limiti, nulla è impossibile”.

L’esempio è proprio uno dei suoi video motivazionali girati a Tallin. Qui lo vediamo camminare nella neve senza vestiti addosso con l’intenzione di fare un bagno nell’acqua gelata per temprarsi.
Si vede Pistono andare verso l’acqua, ma mai entrarci perché l’inquadratura non lo riprende. Poco dopo, Pistono torna verso la videocamera e la spegne, ma non sembra uno che si è immerso nell’acqua gelida del Mar Baltico: glielo fanno notare anche alcuni dei commenti su YouTube.

Nel mondo del marketing, della formazione imprenditoriale e della crescita professionale/personale esistono molti personaggi che ti promettono di raggiungere l’impossibile. Il nostro consiglio è quello di informarsi bene sui formatori a cui affidarsi: state lontani da chi vuole vendere fuffa e affidatevi solo a professionisti qualificati.

Per curiosità o maggiori informazioni, contatta il team pLAYmARKETING.

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Vendere la fortuna: Wanna Marchi e Stefania Nobile
10 Novembre 2022|Marketing BasicMarketing TrendNon solo Marketing

Vendere la fortuna: Wanna Marchi e Stefania Nobile

Vendere la fortuna: Wanna Marchi e Stefania Nobile

Questa settimana l’articolo del blog di pLAYmARKETING è dedicato a due personaggi tristemente noti nel nostro paese. Il loro nome è tornato sulla bocca di tutti grazie a Wanna, miniserie prodotta e trasmessa da Netflix. Un documentario di 4 puntate davvero avvincente e ben realizzato nel quale Wanna Marchi e Stefania Nobile, sua figlia e socia in affari, si raccontano – o meglio, raccontano la loro verità. Verità che spesso stride con quella processuale.

Vendere la fortuna: Wanna Marchi e Stefania Nobile

La storia di Wanna Marchi è il preludio dell’era dei “venditori di fuffa”, di chi crede di poter vendere qualsiasi cosa perché “tutto è possibile, basta crederci”.

Di quelli che ostentano la loro ricchezza e non si fermano mai, che si pongono come modelli da seguire. Di coloro che si sono fatti dal niente, proprio come Marchi, e ti dicono che anche tu puoi riuscirci. Una narrazione tossica che, purtroppo, ancora oggi fa tanti proseliti.

Lo stile comunicativo di Wanna Marchi

Tutti abbiamo visto o sentito nominare Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile, rispettivamente madre e figlia. Le due donne sono state protagoniste delle più popolari televendite della tv, ma anche di vicende legali e mediatiche senza precedenti.

Marchi prima, Nobile poi, diventano stelle del piccolo schermo a partire dagli anni ’80 con le loro televendite su prodotti di bellezza, gli “scioglipancia” e altri prodotti dimagranti che promettevano miracoli. Wanna aveva – e ha tuttora – uno stile comunicativo inconfondibile. La voce alta e gracchiante, l’atteggiamento che è un misto tra l’aggressivo e il motivazionale, il dito puntato contro le casalinghe pigre che non si prendono cura del proprio corpo.
E quel ritornello che entra in testa, e non esce più, alla fine di ogni frase: “D’accordo?”.

Le vicende giudiziarie di Wanna Marchi e Stefania Nobile

Era il 1990 quando Wanna venne arrestata per bancarotta fraudolenta. La condanna, però, sembrò non scalfire Wanna che, insieme alla figlia Stefania e all’appoggio del marchese Attilio Capra de Carrè – uno dei tanti personaggi bizzarri che si alterneranno in questa vicenda – tornò presto in tv a vendere i suoi prodotti di cosmesi.

Da personaggio televisivo a venditrice onnipotente

Le vita di Wanna Marchi e Stefania Nobile cambiarono quando entrambe conobbero il brasiliano Mário Pacheco Do Nascimento, il “Mago” e “Maestro di vita”. Con lui, nel 1996, Marchi e Nobile fondarono la società Ascié s.r.l e iniziarono a macinare milioni di lire.
I tre sostenevano di poter vendere la fortuna. Comunicavano agli sfortunati telespettatori numeri da giocare al lotto, vendevano talismani per scacciare il malocchio e kit contro le influenze maligne, leggevano le carte. Distruggevano speranze, mortificavano, spaventavano, ingannavano persone disperate, aggrappate a qualsiasi cosa pur di lenire ansie e preoccupazioni.

La tecnica di vendita di Marchi, Nobile e do Nascimento faceva leva sulla disperazione dei telespettatori, si nutriva delle loro debolezze, della bassa autostima, delle paure. Insomma, scavando nei sentimenti più ancestrali delle persone erano in grado di guadagnare milioni.
Ecco come da “personaggio televisivo” chiassoso, sopra le righe, irriverente e che sembrava creato ad arte, Wanna Marchi si trasformò in una venditrice in preda ad un chiaro delirio di onnipotenza. Lei crede davvero di poter fare quello che vuole ed è convinta di aver ragione, di non illudere nessuno e di non truffare.
La condanna di Wanna Marchi e Stefania Nobile
Siamo nel 2001 quando, dopo diverse segnalazioni, 2001 il programma di Canale 5 Striscia la Notizia denunciò le attività del trio. Anche un altro programma, Mi Manda Raitre, testimoniò la loro condotta sconvolgente. Scoppiò un vero e proprio scandalo che indignò l’opinione pubblica.
Per Marchi, la figlia, il mago e altre 5 persone a loro affiliate scattarono le manette nel 2002: tutti vennero accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’estorsione.

Da questo processo emerse il modus operandi del trio: la colpevolizzazione delle vittime e la loro umiliazione. Questo aspetto fa riflettere sugli imbonitori: essi sono talmente assuefatti dal loro credo che pensano di essere nel giusto. Nel caso specifico, Wanna Marchi e Stefania Nobile affrontarono tutti e 3 i gradi di giudizio perché ritenevano di essere innocenti.

La Corte di Cassazione condannò nel 2009 Marchi e Nobile rispettivamente a 9 anni e 6 mesi e 9 anni e 4 mesi di reclusione. Estinto il proprio debito con la giustizia, da allora mamma e figlia sono tornate qualche volta in tv. Addirittura, a Stefania Nobile venne offerto di tenere un corso di formazione sulla vendita in un istituto pugliese, ma le feroci polemiche fecero decadere la proposta.

Nella miniserie Wanna, Marchi e Nobile si raccontano senza filtri: sono due donne che hanno fatto i soldi e ne vanno fiere, non importa in che modo. Le due non riescono ad ammettere la gravità delle loro azioni e sostengono di non essere state nient’altro che delle abili venditrici.

Wanna Marchi, sua figlia Stefania Nobile e tutti gli altri protagonisti di questa triste vicenda sono l’esempio da non seguire quando si parla di vendita. Impara a riconoscere e a guardarti bene da chi vende fuffa, si vanta di ciò che materialmente possiede, ti promette guadagni facili e veloci in poco tempo.

Cosa ne pensi di questo articolo?
Raccontacelo, contatta pLAYmARKETING.

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“Cattiva maestra televisione”
3 Novembre 2022|Marketing BasicMarketing TrendNon solo Marketing

“Cattiva maestra televisione”

“Cattiva maestra televisione”

In periodi di incertezza, la comunicazione si spinge sempre più sull’emotività, dando spazio a messaggi positivi tanto quanto ad approfittatori del malessere altrui. Noi di pLAYmARKETING li conosciamo bene, sono i guru del momento, quelli dei soldi facili e delle regole semplici per arrivare al successo.
Proviamo a capire da dove arrivano, iniziamo dalla tv degli anni 90.

Cattiva maestra televisione

Cattiva maestra televisione” recitava Popper nel 1994.
Secondo il filosofo la televisione ha la capacità di agire in maniera inconscia sul pubblico, imponendo modelli di riferimento e gusti individuali. Non solo, spinge il pubblico ad adeguarsi in modo passivo a certi standard di opinione e di comportamento. Insomma, potremmo quasi dire che la vera unità d’Italia si deve a Mike Bongiorno più che a Garibaldi.

Ma cosa succede quando la televisione diventa università di talentuosi truffatori?
Facciamo un passo indietro, siamo negli anni ’90.

I maghi della truffa dalla televisione al web

Siamo negli anni ’90 quando le televisioni private iniziano a usare la pubblicità come fonte di guadagno. La televisione italiana si popola di televendite e nasce la figura del televenditore.

Con il tempo i televenditori più famosi diventano vere e proprie icone di stile e ingombranti personaggi televisivi. Molti hanno assonanze tra di loro: urlano, sono sguaiati, qualcuno addirittura asmatico e tutti con un unico obiettivovendere.
Non importa cosa, passiamo dagli orologi ai materassi ai coltelli da cucina alla speranza. Ed è proprio sulla speranza che vogliamo soffermarci, qui abbiamo la regina indiscussa della televendita: Wanna Marchi.
L’abbiamo vista recentemente protagonista di un documentario su Netflix, Wanna nazionale, agguerrita mentre a denti stretti sostiene che “i c****i vanno i***i”. Testuali parole.

Penseranno la stessa cosa anche tutti i venditori online? Anche loro vendono speranza – o meglio la speranza di fare soldi facili, senza sforzo, senza una solida formazione alle spalle. Il loro mezzo di comunicazione è il web: attraverso video su Google e tutti i social media diffondono il loro messaggio.
Basta un corso da 27€, o qualsiasi altra cifra con il 7, e anche tu diventerai ricco.

Milionari, dropshipping, trading, NFT, motivazione, eroi e libertà: queste le parole d’ordine.

Dai maghi delle televendite ai nuovi ricchi del web

Lo sfarzo è sempre in prima linea: piscine da urlo, macchine da centinaia di euro, vita di lusso. Il tutto creato rigorosamente dal nulla, improvvisando mestieri e società regolarmente in banca rotta. Ma in che cosa assomigliano ai loro antenati della televisione? Nel linguaggio, nello sguardo in camera, nell’arroganza e nell’ego.
Hanno imparato bene la lezione, hanno solo cambiato, come si dice in gergo, il target di riferimento. Oggi si rivolgono a giovani e vecchi insoddisfatti della loro vita professionale al posto delle casalinghe disperate, sempre con lo stesso risultato. Nulla viene regalato e nulla si improvvisa, ottenere risultati, che siano dimagrire o gestire la propria attività, costa fatica, errori e tanto tanto studio.
Possiamo affermarlo per certo, non esistono scorciatoie a 97€!

Ma quali sono le conseguenze di chi viene illuso dal fuffa guru di turno?
Le persone che si imbattono in questi improvvisati maghi sono destinate a schiantarsi.
Si passa dal cercare la libertà a diventare il guadagno di chi quella libertà l’ha promessa, spesso senza riuscire a chiedere aiuto a causa della vergogna di aver creduto a questa “favola”.

E allora sì, Popper aveva proprio ragione: “cattiva maestra televisione”.

La via di fuga

Con questo non vogliamo dire di essere in un mondo del tutto rovinato, semplicemente siamo in un mondo che necessità ancora più informazione e consapevolezza. Ecco perché noi di pLAYmARKETING una soluzione la vogliamo proporre: studiare, conoscere e aggiornarsi.

Il ‘sapere’ è l’unica cosa che permette di entrare nella giungla del web e uscirne vincitori.
Non fermarsi alle apparenze, aver consapevolezza di sé stessi e di chi si ha davanti. Non permettere mai più, ad un mago della truffa, di legittimare i suoi errori imputando al mal capitato la colpa, nella speranza, cara Wanna, che di “c****i” come li chiami tu, o di persone in crisi, come le definiamo noi, non ce ne siano mai più.

Perché come diceva Pennac: “Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso”.

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Google Analytics è illegale per la privacy?
1 Agosto 2022|Non solo MarketingWeb Marketing

Google Analytics è illegale per la privacy?

Google Analytics è illegale per la privacy?

Google Analytics è illegale per la privacy? Scopri con quali software sostituirlo!

Le aziende di tutto il mondo utilizzano Google Analytics per raccogliere dati sui visitatori del sito web, le recenti decisioni normative europee hanno messo a repentaglio il futuro dell’utilizzo di GA in Europa e di conseguenza di tutto il sistema di tracciamento ad esse collegato.

 

Qual è il problema dell’UE con Google Analytics?

Quando un’azienda utilizza Google Analytics, i dati vengono memorizzati ed elaborati dai server di Google negli Stati Uniti. Questo trasferimento di dati dall’Europa agli Stati Uniti è stato un punto di contesa per diversi regolatori europei.

In particolare, ci sono preoccupazioni su come i servizi di intelligence statunitensi siano in grado di accedere ai dati personali dei cittadini europei senza le protezioni richieste da diverse leggi europee sulla privacy dei dati.

 

Il problema del Trasferimenti di dati UE-USA 

Nel corso degli anni sono stati sviluppati numerosi accordi, quadri e regole per tentare di consentire la condivisione sicura dei dati dell’UE con gli Stati Uniti. Tuttavia, poiché le normative sulla privacy dei dati sono cresciute nel corso degli anni e l’attenzione è stata prestata ai trasferimenti di dati, questi accordi hanno subito sfide legali.

 

Le sentenze europee sulla privacy

L’autorità austriaca per la protezione dei dati ha stabilito che l’uso di Google Analytics viola il GDPR, è stato determinato che le misure tecniche messe in atto da Google Analytics, tra cui la limitazione dell’accesso ai data center e la crittografia dei dati mentre si spostano in tutto il mondo, non fanno abbastanza per impedire che vengano potenzialmente raccolte dalle agenzie di intelligence statunitensi. Google è stato in grado di accedere ai dati in testo normale. Questo ID univoco generato da GA è considerato un dato personale ai sensi del GDPR. Pertanto, l’utilizzo di Google Analytics coinvolge dati personali che non sono protetti da potenziali sorveglianza.

Tale trasferimento è stato ritenuto illegittimo in quanto non esisteva un livello di protezione adeguato per i dati personali trasferiti afferma Matthias Schmidl, vicecapo del regolatore di dati austriaco, ha anche aggiunto che gli operatori di siti Web non possono utilizzare Google Analytics ed essere conformi al GDPRL’autorità francese per la protezione dei dati (CNIL) ha raggiunto una decisione simile.

La CNIL ha deciso che l’uso di Google Analytics da parte di un sito Web francese senza nome non è conforme al GDPR in quanto viola l’articolo 44 (che copre i trasferimenti di dati personali dall’UE a paesi che non dispongono di protezioni della privacy essenzialmente equivalenti, come gli Stati Uniti). La dichiarazione ufficiale della CNIL è che i trasferimenti verso gli Stati Uniti “al momento non sono sufficientemente regolamentati” a causa dell’assenza di una decisione di adeguatezza UE-USA (un meccanismo che consentirebbe il trasferimento dei dati). Per questo motivo, esiste un rischio per i visitatori di siti Web francesi quando visitano siti Web con GA.

L’autorità ha osservato che le misure aggiuntive adottate da Google per regolamentare i trasferimenti di dati di Google Analytics “non sono sufficienti per escludere l’accessibilità di questi dati per i servizi di intelligence statunitensi”.  

 

L’intervento del garante europeo della protezione dei dati 

In seguito ad una complessa istruttoria, il 23 giugno 2022 il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato un Provvedimento, con cui comunica che il trasferimento di dati personali al di fuori dell’UE effettuato dagli utilizzatori di Google Analytics è da considerarsi illecito. Allineandosi con la decisione della CNIL, il Garante Privacy ha dunque sostenuto che l’utilizzo di Google Analytics non è conforme al GDPR. L’autorità ha adottato un primo provvedimento nei confronti di un editore specifico, ma la questione interessa molti altri siti web.

Quali sono i dettagli di questa pronuncia?

Nel provvedimento, il Garante ha rilevato che l’utilizzo di Google Analytics da parte dell’editore web ha portato alla raccolta di molti tipi di dati dell’utente, inclusi indirizzo IP del dispositivo, informazioni sul browser, sistema operativo, risoluzione dello schermo, selezione della lingua, oltre alla data e all’ora della visita al sito: il Garante ha documentato come tutte queste informazioni siano state trasferite negli Stati Uniti senza l’applicazione di adeguate misure supplementari per adeguare il livello di protezione al necessario standard giuridico dell’ue.

Il Garante Privacy ha concesso all’editore in questione (la società Caffeina Media Srl) 90 giorni per correggere la violazione di conformità. Ma la decisione ha un significato più ampio in quanto ha anche avvertito altri siti web locali che utilizzano Google Analytics della necessità di verificare la propria conformità. Infine, Guido Scorza (componente del Garante per la protezione dei dati personali), ha sottolineato come un accordo politico non sia sufficiente per risolvere la questione, ma serva una base giuridica.

 

Cosa puoi fare per sostituire Google Analytics 

Come visto nelle sentenze precedenti, Google Analytics è attualmente non conforme al GDPR Europeo e consigliamo alle aziende di sospenderne momentaneamente l’utilizzo per evitare di incorrere in sanzioni. Come puoi evitare eventuali sanzioni da parte del garante della privacy senza perdere i dati del tuo sito web? Esistono diversi strumenti sostitutivi che possono sostituire Google Analytics, seppur senza la profondità di analisi di GA, scopriamone alcuni.

Alternative:

  1. Matomo – Principale concorrente di Google Analytics per i siti web
  2. Hubspot – All’interno della suite troviamo molti strumenti per raccogliere dati sui siti web.
  3. Umami – Un sistema di tracciamento semplice per i siti web.

Cosa aspetti a contattarci per conoscere queste soluzioni alternative? Contattaci.

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Disinformazione e Fact Checking
3 Aprile 2022|Marketing TrendNon solo MarketingSenza categoria

Disinformazione e Fact Checking

Disinformazione e Fact Checking

Cosa c’entrano le fake news con il marketing?

Le notizie, con l’arrivo di internet, sono sempre più accessibili. Se questo è fantastico, il problema è che diventa difficile distinguere le notizie affidabili da quelle che non lo sono affatto.

Anche se può sembrarti distante, tutto questo ha a che fare con il marketing. Questo articolo riprende il blog della Ohio University, una breve guida per individuare gli indizi da cercare all’interno di un sito – oppure della stessa notizia – e capire se si tratta di cattiva informazione o meno.

Infatti, intert velocizza la diffusione delle notizie, quelle reali e purtroppo anche quelle false. Queste ultime possono avere effetti disastrosi, sia sugli individui, sia sulla società nel suo insieme. 

La verifica dei fatti (il fact checking) è importante perché la disinformazione può influenzare la tua opinione. A sua volta, la tua opinione può in gran parte condizionare le tue azioni. Se basi le tue azioni su informazioni false, potresti prendere facilmente decisioni sbagliate. E questo ci collega agli imprenditori, ai loro manager.

Anche perchè le decisioni possono portare a conseguenze indesiderate. Ad esempio, se condividi notizie false su una piattaforma di social media e le persone scoprono che sono false, questo potrebbe avere un impatto negativo sull’opinione che hanno della tua credibilità. Oppure, le notizie false che condividi potrebbero diventare virali e indurre altre persone in errore.

Il modo migliore per contrastare le fake news? Effettuare una propria ricerca! Inzia da  questo articolo, imparerai le nozioni di base sulla disinformazione e le notizie false, come valutare le fonti di informazione, dove trovare informazioni affidabili e dove cercare strumenti di verifica dei fatti.

Definizione di disinformazione: che cos’è e perché è un problema?

Nella sua definizione più semplice, la disinformazione è un’informazione errata o fuorviante. Tuttavia, quando Dictionary.com ha nominato la disinformazione come parola dell’anno 2018 , lo ha fatto con l’aggiunta di una frase che riflette la nostra situazione attuale. La disinformazione non è solo un’informazione errata o fuorviante, è una falsa informazione che le persone diffondono indipendentemente dal fatto che vi sia l’intenzione di fuorviare .

Questa nuova definizione spiega il fatto che molte persone che condividono la disinformazione online non sanno che si tratta di disinformazione e non la condividono con intenzioni dannose o dubbie. Molte persone condividono le “notizie false” perché le trovano interessanti e rilevanti rispetto ciò che sta accadendo nel mondo.

L’atto apparentemente innocente di condividere la disinformazione può avere conseguenze indesiderate. Se le testate giornalistiche o i siti editoriali segnalano disinformazione senza prima verificarla, la disinformazione può diventare una fake news.

Nel peggiore dei casi, le fake news minano la democrazia. Infatti, la disinformazione può anche influenzare l’opinione pubblica, come la negazione del cambiamento climatico o il movimento contro le vaccinazioni. Le persone che lavorano per combattere la disinformazione si impegnano a garantire che le bugie non danneggino gli individui e la società nel suo insieme.

 

 

Cattiva informazione Vs. disinformazione

Cattiva informazione e disinformazione sono termini che possono sembrare intercambiabili. Sebbene ci siano alcune somiglianze tra cattiva informazione e disinformazione, non sono la stessa cosa. A differenza della cattiva informazione, che le persone diffondono senza sapere che è falsa, la disinformazione è una falsa informazione che le persone diffondono con la piena consapevolezza della sua inesattezza.

Un esempio di disinformazione sono i coupon Nike falsi diffusi dai troll sui forum internet 4Chan e 8Chan. Dopo che Nike ha presentato Colin Kaepernick – un ex quarterback della NFL – la cui campagna #TakeAKnee era una protesta contro l’ingiustizia razziale in una campagna pubblicitaria, gli utenti del forum hanno iniziato a diffondere coupon falsi. I coupon falsi, razzisti, offrivano uno sconto del 75% sui prodotti Nike per le “persone di colore”. L’intento di questa disinformazione era quello di danneggiare il marchio Nike.

Le leggende urbane sono esempi di cattiva informazione. Molte persone diffondono leggende metropolitane credendo che siano vere, o almeno che ci sia un briciolo di verità in esse. Negli USA, il mito di Slender Man è un esempio di leggenda metropolitana moderna propagata online. Una stroia che si racconta online, dandogli un tono di “realtà”. Alla fine, due bambini hanno affermato che Slender Man li ha costretti a tentare di commettere un omicidio.

Poiché la cattiva informazione può essere più diffusa e più difficile da individuare rispetto alla disinformazione, questa guida si concentra sulla cattiva informazione. Tuttavia, tieni presente che i metodi di verifica dei fatti qui presenti possono essere utilizzati anche contro la disinformazione.

 

 

La diffusione della cattiva informazione e delle Fake News

La comunicazione istantanea e i social media hanno reso più facile che mai per le persone entrare in contatto tra loro, indipendentemente dal tempo o dal luogo. Sebbene questo sia incredibilmente utile per una moltitudine di motivi, ha anche creato il terreno fertile perfetto per la diffusione della cattiva informazione a macchia d’olio.

La ricerca mostra che gli utenti di Facebook interagiscono con la cattiva informazione – che spesso assume la forma di notizie false – in media 70 milioni di volte al mese. Si tratta di un calo rispetto al picco del 2016 (elezioni USA) di 200 milioni di coinvolgimenti mensili con notizie false, ma non è ancora una cifra da poco. Su Twitter, le persone condividono contenuti falsi da 4 a 6 milioni di volte al mese, una cifra che non è diminuita dalle elezioni del 2016.

A causa di bot artificiali intelligenti, “troll” che sono intenzionalmente offensivi e cattivi, così come microtargeting e annunci personalizzati, è fin troppo facile che si diffondano notizie false. Gli errori cognitivi possono rendere le persone più suscettibili alla cattiva informazione. Sui social network, tendiamo a condividere storie che suscitano le nostre emozioni ed è più probabile che ci approcciamo a contenuti che hanno già moltilike“, commenti o re-tweet, indipendentemente dal fatto che quel contenuto sia vero o falso.

Nel caso dello scandalo di Cambridge Analytica, gli investigatori hanno scoperto che un’azienda chiamata Cambridge Analytica aveva raccolto dati sul profilo psicologico di utenti che non ne erano consapevoli. I malintenzionati hanno utilizzato questi dati nel tentativo di influenzare le elezioni del 2016, proprio con microtargeting e cattiva informazione; hanno sfruttato i pregiudizi emotivi per diffondere notizie false e influenzare le opinioni politiche.

 

L’importanza di fonti credibili

Richieste di controllo dei fatti con informazioni attendibili provenienti da fonti credibili sono forse il modo migliore per combattere la diffusione della cattiva informazione. Ricontrollando un’affermazione che vedi sui socialmedia, inserendola in una ricerca online per esempio, puoi verificare se sia vera o meno. È importante utilizzare fonti verificabili e affidabili per verificare le informazioni, altrimenti rischi di rendere perpetuo il ciclo.

 

 

Cosa rende credibile una fonte?

Quando si tratta di credibilità delle fonti di informazione, le acque possono risultare torbide ​​per un utente Internet occasionale. Non è sempre immediatamente chiaro quali siti Web e articoli siano credibili. Un determinato sito può sembrare affidabile per una persona, ma non per un’altra.

Ci sono sei criteri che puoi usare per valutare un sito web :

  • Autorità : il sito Web deve contenere informazioni sui contatti, sullo sviluppatore/proprietario e sulle credenziali/qualifiche dell’autore.
  • Scopo : lo scopo del sito web deve essere chiaro, con articoli che corrispondono allo scopo dichiarato; puoi guardare l’URL del dominio per determinare lo scopo: i siti .gov sono governativi, i siti .edu sono di college e università, mentre i domini .com, .org, .net possono essere acquistati e diventare fonti di notizie false.
  • Copertura: il sito Web dovrebbe fornire collegamenti esterni a fonti verificabili per eseguire il backup di affermazioni concrete. Se il sito si collega solo alle proprie pagine e il collegamento esterno, occasionale, è a un sito discutibile, di bassa autorità, la copertura è incompleta e potrebbe non essere affidabile.
  • Tempismo: il sito Web dovrebbe fornire informazioni su quando il contenuto è stato scritto e pubblicato, come anche se sia stato aggiornato. I collegamenti alle fonti di informazione dovrebbero essere pertinenti e aggiornati.
  • Obiettività: il sito web dovrebbe essere chiaro su quanto sia obiettivo. Dovresti essere in grado di capire esattamente cosa sta facendo un sito guardando la sua sezione “Informazioni”.
  • Precisione: le affermazioni concrete del sito Web dovrebbero essere verificabili. Le affermazioni fattuali dovrebbero risultare vere quando messe alla prova rispetto a fonti indipendenti.

Può essere difficile verificare la credibilità di un sito web perché è necessario condurre una ricerca. Tuttavia, è molto meglio impegnarsi un po’, piuttosto che accettare ciecamente le affermazioni di un sito come veritiere.

 

 

Lista di controllo di siti Web per la valutazione: come valutare una fonte per la sua credibilità

Ci sono alcuni criteri aggiuntivi in ​​base ai quali giudicare l’affidabilità di un sito. Per rendere ancora più semplice il processo di valutazione delle fonti, poniti le seguenti domande:

  • Il design del sito dà priorità all’esperienza dell’utente in modo che possa navigare facilmente e trovare informazioni sul sito? Oppure è difficile da usare?
  • Il contenuto del sito è pieno di errori tecnici (ad es. errori di ortografia, errori grammaticali, titoli che non corrispondono all’argomento del contenuto) da cui si evince che non c’è un controllo editoriale? Oppure c’è un livello di qualità ragionevole?
  • Il contenuto del sito è discutibile, copiato e ripetitivo; oppure è autentico?
  • Se si tratta di una fonte di notizie, potresti trovare gli articoli modificati o errori di battitura.
  • Il sito ha fonti di informazioni originali o contiene solo collegamenti? Per le fonti originali, una ricerca su un motore di ricerca affidabile rivela l’autenticità della persona o dell’associazione. In questi casi, chiediti qual è l’obiettivo della persona o dell’associazione?
  • Le immagini sul sito sono di bassa qualità e spam, oppure sono riferite e contribuiscono direttamente all’argomento del contenuto?
  • Il sito identifica il suo target?
  • Puoi cercare facilmente all’interno del sito tramite un motore di ricerca?
  • Il sito ha un certificato di sicurezza valido?
  • L’editore del sito risponde quando lo contatti?
  • I tentativi di accesso ai contenuti danno spesso luogo a reindirizzamenti?
  • Il sito è spesso inattivo e non funziona correttamente?
  • I link in genere portano a pagine chiuse/inesistenti?

Non è necessario rispondere a tutte queste domande, ma anche tentare di rispondere ad alcune di esse può metterti sulla strada giusta per determinare la credibilità di un sito web. La chiave è diventare critici e iniziare a fare ulteriori passi verso la certezza.

Di seguito, troverai alcune delle più grandi domande a cui rispondere nella tua ricerca della verità.

 

L’affermazione è credibile?

Innanzitutto, considera l’affermazione stessa: il buon senso ti dice che è credibile o realistico? Le notizie possono essere scioccanti o inaspettate, ma un titolo dovrebbe avere un ragionevole livello di credibilità. Trattate come sospette affermazioni sensazionali o rivelatrici su personaggi pubblici, politica e sulla realtà. Cerca di non fidarti di tutto ciò che leggi o di dare per scontato che qualcosa sia vero solo perché qualcuno l’ha scritto. Se un articolo sembra inverosimile, ci sono buone probabilità che sia una notizia falsa.

 

Si tratta di un ente di notizie noto oppure di un sito Web?

Quale sito Web o organizzazione ti fornisce informazioni? È una testata giornalistica affidabile, come The New York Times , NPR o Reuters? O è un sito Web casuale di cui non hai mai sentito parlare prima? Ancora una volta, controlla l’URL del sito Web: i siti .edu e .gov sono i più affidabili, poiché sono riservati alle istituzioni educative e alle organizzazioni governative. Qualcuno potrebbe anche provare a imitare l’URL di una testata giornalistica rispettabile, quindi ricontrolla che non sia scritto male o che non ci siano lettere mancanti.

 

Includono fonti per le loro informazioni?

Che si tratti di articoli di notizie o di articoli accademici, una fonte credibile include sempre fonti esterne da cui hanno attinto per avere informazioni, a sostegno delle loro affermazioni fattuali. Le testate giornalistiche richiedono ai giornalisti di identificare le loro fonti a meno che la fonte non abbia richiesto l’anonimato. Gli esperti vogliono dare credito, poiché sanno che citare altri esperti rende le loro affermazioni ancora più forti. Tuttavia, fai attenzione a esaminare le fonti giornalistiche, accademiche e scientifiche; anche le fonti ufficiali potrebbero essere troppo distorte per essere attendibili o non legittime come sembrano.

 

Le informazioni sono disponibili in diversi siti di notizie affidabili?

Il sito web che stai leggendo è l’unico a riportare queste informazioni, oppure anche altre testate giornalistiche note ed autorevoli condividono storie simili? Se un sito Web è l’unico posto in cui puoi trovare informazioni su un argomento, probabilmente è una notizia falsa. Anche le notizie più recenti e dirompenti si sono diffuse rapidamente tra diversi organi di informazione. Se sono presenti altri siti che segnalano le informazioni, verificare la validità e il livello di autorità di tali siti.

 

L’autore è reale e affidabile?

Prenditi un momento per identificare l’autore di un contenuto. Se il sito Web rivela il nome e le credenziali dell’autore, può essere un buon segno che qualcuno è disposto a sostenere il proprio lavoro e a mettere a rischio la propria reputazione.

Tuttavia, un autore da solo non è sufficiente per determinare una fonte affidabile. Potrebbe essere un personaggio o uno pseudonimo falso, oppure potrebbero non essere qualificati per scrivere effettivamente sull’argomento. Assicurati di vedere se l’autore fornisce collegamenti a siti Web personali, profili di social media o un portfolio e segui i collegamenti per verificarne la legittimità.

 

È successo di recente?

Guarda la data dell’articolo o del rapporto. Quando è stato pubblicato per la prima volta oppure aggiornato per l’ultima volta? La data di una fonte dice molto sul fatto che le informazioni siano ancora rilevanti, fattuali, accurate o utili. Ad esempio, se stai cercando le informazioni più recenti sui candidati alla presidenza, il timestamp sulle fonti di informazione può modificare notevolmente l’accuratezza e la pertinenza delle informazioni. I fatti sono sensibili al tempo; in genere, più un rapporto è recente, meglio è.

 

Suscita forti emozioni?

Le notizie false e la disinformazione spesso tentano di fare appello alle tue emozioni o di suscitare una reazione forte o intensa. L’articolo o la fonte di informazioni sta cercando di farti sentire in un certo modo?

Non importa quale sia l’emozione – felice, arrabbiata, triste, scioccata – qualsiasi articolo che tenti di persuaderti a provare emozioni intense ha maggiori probabilità di essere di parte. Un autore di un articolo di parte potrebbe cercare di persuaderti a credere a determinate ideologie o sostenere una causa, piuttosto che informarti. Cerca fonti di informazione che includano l’altro lato dell’argomento sotto forma di prove compensative o interviste con esperti che contraddicono il sentimento prevalente di un pezzo.

Le situazioni complesse, quali la pandemia globale o la guerra in Ucraina, lasciano spazio proprio alla proliferazioni di fake news e complotti globali.

Durante il covid abbiamo letto quanto fosse un virus da laboratorio cinese, tanto quanto fosse stato creato da un laboratorio americano e diffuso nei giochi militari in Cina. Quante persone dovrebbero tenere questo segreto? Migliaia? Eppure ancora oggi ci sono persone fortemente convinte di questi complotti.

Oppure quando i sistemi bancari hanno bloccato le transazioni verso conti russi attraverso le loro piattaforme. Per capirci, si tratta di circuiti tipo Visa, Masterard, GooglePay, Applepay ecc. Queste sanzioni hanno sì ridotto la possibilità di effettuare pagamenti per chi avesse un conto in Russia, tuttavia non è vero che i governi europei hanno confiscato i conti a tutti i cittadini russi. Solo in Italia, sarebbero oltre 40.000 (quarantamila), eppure c’è chi ne è tuttora convinto.

 

La distorsione della conferma sta offuscando il tuo giudizio?

Il pregiudizio di conferma è la tendenza umana a cercare e credere alle informazioni che confermano i nostri pregiudizi. Quando si esamina una qualsiasi fonte, è importante considerare la propria risposta alle informazioni. La fonte di informazioni ti dice  quello che vuoi sentire? Il bias di conferma rende difficile capire se una fonte non è affidabile come pensi . Saprai che stai sperimentando un bias di conferma quando le tue emozioni sono “accese” e non esiste un sano livello di scetticismo.

 

Fonti credibili: dove trovare informazioni affidabili

Anche se non puoi fidarti di tutto ciò che leggi, ci sono ancora molti posti affidabili per trovare informazioni credibili su Internet.

  • Associated Press News: agenzia di stampa senza scopo di lucro e vincitrice di 53 premi Pulitzer, l’ AP ha una struttura priva di personalità giuridica con oltre 1.000 membri, inclusi giornali ed emittenti statunitensi.
  • Reuters: spesso fonte di informazioni per altri siti di notizie, Reuters ha un’ottima reputazione ed è di proprietà di Thomson Reuters , che limita l’influenza aziendale.
  • PBS: un’organizzazione senza scopo di lucro, il servizio di radiodiffusione pubblica sottopone i contenuti a un test per assicurarsi che non servano gli interessi dei finanziatori.
  • The Economist: Nonostante l’inclinazione liberale dei suoi editoriali, The Economist ha la reputazione di riportare informazioni attendibili prive di pregiudizi .
  • BBC: finanziata principalmente da un canone pagato dalle famiglie britanniche, BBC News è indipendente e regolamentata da un’entità separata chiamata Ofcom che riceve indicazioni dal Parlamento britannico.

Altri notiziari con le migliori valutazioni includono The New York Times , Christian Science Monitor e ProPublica. Sebbene non sia una pubblicazione di notizie, C-SPAN è un’eccellente fonte di informazioni dirette su ciò che sta accadendo a Washington.

 

Chi può combattere la disinformazione?

Tutti possono e devono combattere la diffusione della cattiva informazione ricercando affermazioni e rifiutandosi di condividere notizie false. Se una storia è sospetta, è meglio non condividerla. Indipendentemente dalla tua età, sesso, provenienza o convinzioni politiche, puoi adottare misure per scoprire se le informazioni che incontri online sono effettivamente corrette. Alcune persone, tuttavia, sono in una posizione particolarmente forte per combattere la diffusione della cattiva informazione.

 

Capi di governo e funzionari

Le persone che lavorano per il governo, a livello locale o statale, sono in una posizione unica per combattere le fake news. I leader pubblici hanno la responsabilità etica di promuovere l’interesse pubblico e promuovere le organizzazioni etiche. Poiché la disinformazione e le notizie false non possono aiutare il pubblico, i funzionari del governo hanno pieno controllo sulla promozione di iniziative per combattere le notizie false.

I leader pubblici possono fare quanto segue:

  • Promuovere l’alfabetizzazione giornalistica.
  • Incoraggiare il giornalismo indipendente e professionale.
  • Incoraggiare l’indagine scientifica sui metodi per frenare la diffusione di notizie false.
  • Promuovere la trasparenza del governo.
  • Scoraggiare la censura.
  • Difendere la libertà di parola.

In particolare, i leader pubblici possono scegliere di rendere merito agli informatori che riportano la verità. Gli individui che perseguono una laurea in amministrazione pubblica saranno in prima linea nella lotta contro le fake news promuovendo la sensibilizzazione del pubblico e portando avanti iniziative di trasparenza.

 

Leader di settore

I leader pubblici non sono gli unici eticamente responsabili in società complesse come quelle occidentali. Ci vuole l’aiuto di organizzazioni private per combattere la disinformazione. Quando il settore pubblico e quello privato lavorano insieme verso un obiettivo comune, possono instaurare partnership pubblico-privato di successo. I leader dei settori delle notizie e di Internet, come YouTube, Google, Facebook e Twitter, devono impegnarsi a combattere la disinformazione. Consentire la circolazione di notizie false sulle piattaforme Internet contribuirà solo a futuri problemi di disinformazione. Proprio come i leader pubblici hanno la responsabilità di essere onesti con il pubblico, i leader di settore devono opporsi attivamente alla diffusione della cattiva informazione.

 

Giornalisti e scrittori

Giornalisti e scrittori hanno il controllo sui contenuti che creano e hanno l’obbligo di garantire che le informazioni che riportano siano il più accurate e veritiere possibile. Tuttavia, secondo il Poynter Institute, uno studio ha rivelato che l’80% dei giornalisti è scivolato nella cattiva informazione online. Secondo l’esperta di disinformazione Joan Donovan, i giornalisti e i media aiutano ad amplificare la disinformazione quando la coprono. Questo è il motivo per cui Google ha rilasciato due nuovi strumenti per aiutare i giornalisti a verificare le storie. Riportando solo informazioni che sanno essere vere, giornalisti e scrittori possono fermare la cattiva informazione prima che abbia la possibilità di diffondersi.

 

Generazioni più giovani

I bambini sono il futuro del nostro mondo e, a causa della crescente consapevolezza pubblica delle notizie false, i bambini sono in grado di contrastare la disinformazione sin dalla giovane età. Nata tra il 1996 e il 2010, la Generazione Z è la prima generazione cresciuta su Internet, con un accesso praticamente infinito alla tecnologia e alle comunicazioni istantanee. La Generazione Z è ben preparata per il servizio pubblico perché conosce i problemi e non ha paura dell’attivismo. Secondo il Poynter Institute, è più probabile che le persone anziane condividano notizie false. In quanto nativa digitale, la Generazione Z potrebbe capire come valutare le fonti e identificare le notizie false meglio delle generazioni precedenti che non hanno familiarità con questa tecnologia.

 

Risorse e strumenti di verifica dei fatti

Esistono molte risorse e strumenti progettati per aiutarti a verificare la veridicità delle affermazioni fattuali dentro e fuori Internet. Sono siti e consigli americani, tuttavia li riportiamo per completezza e per una ricerca che speso passa attraverso news che arrivano da fonti USA.

Siti di verifica dei fatti

  • org: Dall’Annenberg Public Policy Center dell’Università della Pennsylvania, questo è un sito senza scopo di lucro e apartitico dedicato a ridurre il livello di inganno e confusione nella politica statunitense.
  • PolitiFact: acquisito dal Poynter Institute nel 2018 e finanziato da annunci online e donatori privati , Politifact è un sito apartitico caratterizzato dal “truth-o-meter”, che assegna livelli di verità alle dichiarazioni politiche.
  • FAIR: un gruppo nazionale di controllo dei media, FAIR è specializzato nella critica dei pregiudizi e della censura dei media, con un’enfasi sulla promozione di punti di vista mediatici diversi e dissenzienti.
  • OpenSecrets : dal Center for Responsive Politics, un gruppo di ricerca che tiene traccia dell’influenza del denaro nella politica americana, OpenSecrets presenta report, dati e risorse accademiche sul denaro in politica.
  • Snopes: il sito originale di verifica dei fatti e sfatare miti, Snopes è un’organizzazione indipendente che controlla qualsiasi storia che valga la pena controllare.

Estensioni del browser e plug-in in lingua inglese

  • Project Fib : estensione di Chrome che afferma di rilevare notizie false sul feed di notizie di Facebook.
  • BS Detector : estensione di Chrome che aggiunge un’etichetta di avviso ai siti discutibili e identifica i collegamenti discutibili sui post sui social media.
  • Media Bias Fact Check : estensione di Chrome che aggiunge un’icona ai siti di notizie che denota i loro pregiudizi politici.
  • StopTheBullS#!t : estensione di Chrome che afferma di bloccare le notizie false.

 

Siamo certi di averti lasciato degli strumenti utili per valutare le fake news ed evitare di cadere nella trappola della condivisione di cattiva informazione. Per questo devi tutelare la tua obiettività e la salute della tua azienda, che vive anche nei rapporti tra le tue persone. Se a prima visto questo articoli ti sembra riferito solo alle notizie globali, è importante sapere che in realtà queste possono diventare l’origine di gossip aziendali e, non caso, maggiore tensione e ansia nel tuo team.

In osm1816 ci occupiamo di questo tutti i giorni, siamo sempre raggiungibili tramite questo link: https://www.osm1816.it/contatti/

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